giovedì 9 dicembre 2010

Napoli è bianco

Napoli è bianco, somma di ingredienti alchemici e cuori di ricotta, straripanti di sangue pomodoro. Napoli è somma di strati, labirinto di genti. Acque sotterranee e rigurgito di vulcano. Napoli è insieme di elementi, acuti di gamberi e musica, concerto di tacchi e stivali. Napoli è un concentrato di rumore, di disordinata allegria, di ostinato arrangiarsi. Giallo di tufo, nero di piperno; sacro di santi, profano di sirene. Napoli è pietra semplice, opulenza di ori. Napoli è pizza morbida e grano duro, acidulo di pomodori e dolce di latte, amaro di scarole e caffè, dolce di sfogliatelle, salato di capperi, piccante di peperoncino. Napoli è pioggia cattiva e sottile, e sole caldo in una mattina di dicembre. Napoli è bolina stretta e vento che fischia, Napoli è terra scavata e madre. Napoli è scale ripide e vicoli stretti, Napoli è grandiosa, castelli e mura. Napoli che si stende verso il mare, Napoli che si inerpica sulle colline e guarda. Napoli che accoglie dal golfo alle viscere, Napoli che si dirama come profumi di tavola apparecchiata per ospiti inattesi. Napoli è presepe di vita quotidiana, di pane e caffè di corsa, di attesa di grazia, di spiriti a trovare pace. Napoli è carnosa e avi ossuti. Napoli è nascondiglio di amori, è fuga di cuori. Napoli è vele sul mare. Napoli è una risata sguaiata e una lacrima che scende silenziosa. Napoli è un velo su un Cristo sofferente, Napoli è risurrezione di guglie. Napoli è la gente che si accalca, Napoli è un pescatore solo su un barchino di legno. Napoli è orizzonte morbido come onda e arguzia di pensiero. Napoli è saggezza popolare, è stupore di bambino. Napoli è un corno a proteggere dall'invidia, è preghiera di una mano tesa, è spicciolo in una tasca. Napoli è maschio di torri, Napoli è femmina dal seno generoso. Napoli è traffico intricato di storia, crocevia di emozioni. Napoli è aver freddo ora, perché ne siamo lontani. 

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