lunedì 4 aprile 2011

che bei colori (alla cetacei)

Questa avventura di mare per me parte da un centro commerciale dopo il lavoro, cercando un segno distintivo che vada bene per il nostro equipaggio. Un'ora e dieci negozi dopo 8 braccialetti azzurro mare sono in viaggio tra una cerata e un pile, tra una salviettina in microfibra e gli occhiali da sole.
Il bagaglio è non piccolissimo, sarò fuori casa quattro giorni in tutto, non so che temperatura aspettarmi e... rimarrà quasi tutto piegato in borsa.
All'alba di giovedì Davide (Flaminik), Deb e "zio" Mario salpano da Genova destinazione Viareggio. Io nel frattempo fatico ad svegliarmi per un'altra non facile giornata di lavoro. Mi rimane un po' di sonno che pagherò nella notte di regata purtroppo.
Poi quando parto finalmente alla volta di Viareggio mi assaporo una cisa piena di ricordi, un po' di musica, e la magia di un altro viaggio verso il mare. Arrivo, mi perdo tra le vie e il canale, ma arrivo in barca e la prima delle speciali paste al tonno con aggiunta di pasta d'acciughe Balena (direi assolutamente a tema) ristora. Il molo separa il canale dalla spiaggia e dal mare aperto, domani saremo li in mezzo, questa volta proprio oltre l'orizzonte.
Venerdì si completa l'iscrizione, ritirate magliettine, finita la cambusa e finalmente gli accenti di altre tre regioni completano l'equipaggio al grido di "stiamo uniti". Abbiamo recuperato una bombola di gas, saltiamo di prendere le cicale per la pasta (e ce ne pentiamo), abbiamo poca acqua ma non ne servirà molta (diciamo che farsi una doccia non sarà una nostra priorità per i prossimi due giorni almeno). Briefing.
Ore 15.30 circa usciamo dal porto. Su lo spi, io mi perdo nella strambata ma tutto bene. Ore 17 in punto siamo partiti, il Tino ci aspetta, seguiamo la Marina Militare sotto costa sperando di prendere la termica prima della piatta che si prevede. In effetti i 10 nodi ci consentono una bella bolina, ci da anche buono e via, il Tino non è lontano. Dribliamo i palamiti e ci viene voglia di pasta ai frutti di mare. Ma il tempo si dilata, rimaniamo incantati. Quasi anche le Apuane si inchinano allo spettacolo, un tramonto con colori bellissimi ci tiene raggruppati in falchetta. Mezz'ora di cielo incendiato. Qualche biscotto, la pubblicità video "in falchetta tutti uniti con orociock" la barca che fila, passiamo la Marina militare che poi vira e sceglie un altro bordo, alla fine sarà 11 posizioni dietro di noi.
Al Tino cerchiamo di cogliere i segnali radio delle altre barche e ci diamo una occhiata in giro. Non riusciamo bene a capire come siamo messi, qualcuno è la davanti ma non paiono molti.
Giriamo la boa naturale e iniziamo con i turni. Io sono ancora fuori e fatico a tenere gli occhi aperti, la notte sale umida e fredda, ma la davanti a noi luci d'albero che si confondono con le stelle, tante tantissime in una notte senza luna, un ricamo di perle su una notte di velluto. e noi che scivoliamo. Bolina a sfiorare gli 8 nodi. Lifeline e cinture, mi intreccio nelle cime, ho un sonno che reagisco a rilento. Qualche luce appare e scompare all'orizzonte, poi sempre più nitida, ci stiamo avvicinando. Ci turniamo anche al timone. La sensazione è totalmente appagante nonostante la fatica. E' la una di notte, cambio turno. Esco dalla cerata e mi infilo nel sacco a pelo, la rete del sonno mi cattura in un istante. Dicono che il vento sia calato un po'. Cambio turno, oddio di già, riesco dal sacco a pelo e mi riinfilo nella cerata. E' dura tenere gli occhi aperti. I generi di conforto passano da patatine a biscotti, da tramezzini al formaggio a qualsiasi cosa che si possa trovare. L'alba ci insegue, la Giraglia si avvicina. Qualcuno ha sognato che la Giraglia sia stata modificata in una grande rotonda (sul mare ovviamente) così scatta foto a decine, sia mai che l'incubo diventi realtà. Invece eccola li. Su lo spi e ci giriamo intorno, qualche avversario raggiunto. Lo spi scenderà per poco in questo lunghissimo traverso fino a Viareggio.
Da li la giornata è ancora insieme. Si contano spuntini, qualche sigaretta al giardinetto, piedi giù dalla falchetta, ammaina spi, ma forse ci stava, scia dritta e potente, ancora a cercare gli 8 nodi. Si susseguono battute, pisolini improvvisati, acrobazie con la scotta spi. Un traghetto punta dritto verso di noi, calcoliamo rapidi che siamo in rotta di collisione, cambiano rotta e puntano su quelli dietro di noi, passerà poi come uno slalom tra gli spi. Dalla cambusa spuntano pennette liofilizzate ai funghi porcini, mortadella e mozzarella, mele di biancaneve rosse come il tramonto (perché son sempre bei colori). Isola di Gorgona, vento al traverso, da passare quelli li che abbiamo a fianco come spine. Su lo spi. Sbandati, spi, sole che ricorda a qualcuno di non essersi messo la crema (per portare sulla pelle i bei colori del tramonto), binocolo e cerchiamo di capire come siamo messi. Sappiamo che manca poco, proiezione di 26 ore, una media che, calcolata la percorrenza reale, sarà di 6 nodi buoni. Il colpo di genio è una ciotola di olive che arriva per l'aperitivo in falchetta, a 7,8 nodi. La boa gialla in vista, comunichiamo di essere prossimi all'arrivo. Ore 18 47 minuti. Arriviamo in porto che è ancora chiaro. Scendiamo a terra e siamo i 17esimi a comunicare l'arrivo.
Adesso una doccia calda è desiderabile; aperitivo di formaggi e salumi, fave e aceto balsamico. Poi una pasta vera, al tonno, tutti insieme in dinette, battute e risate.
A nanna, domani si riparte presto.
Poi quando la mattina di domenica avanza dispiace troppo partire, qualcuno pensa bene che sia buona cosa essere presenti alla premiazione, si sa mai che siamo arrivati bene. Telefonata dal Capitano dai caraibi. Lui sa. Siamo tutti uniti, per forza.
gutturnio. Finisce con vele, caffè, rum e cantuccci, e "proverei con il prete" (non saprete mai il vero argomento) in pozzetto.
Le macchine ripartono per le diverse regioni, la barca resta ancora per permettere ai tre di andare alla premiazione, ritirare il trofeo di primi di classe, godere della sensazione che si, è andata bene... grande capitano, gran bel gruppo.
Ora ci saranno sapori, parole e inevitabilmente colori che ci porteremo nel cuore: un braccialetto azzurro, la pasta al tonno, le olive e i sesamini, il rosso e il rosa del tramonto più bello, 8 come i nodi raggiunti, gli orociok e i plasmon, l'allegria di una falchetta piena di sorrisi.