venerdì 4 giugno 2010

Diario di bordo

CARLOFORTE 2010

Di certo nell'immaginario della vacanza ci sono sole, vento leggero quel che basta a gonfiare le vele, mare, risate e tuffi nell'acqua cristallina. Un po' di riposo, un buon libro, due chiacchiere sorridenti.
Capita che si parta con aspettative precise e ci si ritrovi in viaggio.
Viaggio nel vento, nel mare, negli spazi stretti del tempo quando stanca.
Eppur si torna ricchi, di sale, di miglia, anche un po' di stanchezza. Ed è ancora sorpresa incantata di un tramonto infuocato, di un onda da surfare, delfini e stelle per mare e nel cielo.
Non so se sia stata una vacanza. Di certo è stata una bella avventura.

29 MAGGIO 2010
CAGLIARI ELMAS
L'arrivo in tarda mattinata con un volo da Milano,tempo grigio quando atterriamo, sembra autunno. Piove. L'umore vacanziero resta sopito. Ci aspetta il pulmino, come in gita siamo tutti nei posti dietro.

PORTO VESME
Al bar del porto i panini sono pochi, incontriamo i compari partiti in macchina e aspettiamo. Ci vuole qualcosa di dolce, spizzichiamo dolciumi mentre aspettiamo il traghetto.

CARLOFORTE
Raggiungiamo il porto nel pomeriggio, si prende possesso degli spazi in barca, nomi di stelle Hamal e Saiph, ci aspettano spaziose, di legno e di blu vestite. E' ora di fare un giro del paese e poi supermercato per cambusa. Le caramelle gommose, le mele, la pasta e gli gnocchi, gli yogurt ai cereali e l'aceto balsamico, nutella, marmellate e birra, tanta birra, speriamo che il sole ci arda per berla tutta. Il cuoco già pensa ai suoi piatti speciali per la ciurma. Torniamo in barca, consegna delle magliettine "tonnate" con il logo di girotonno.
La cena al "tonno di corsa" è una tavolata ingolosita dai piatti tipici; lo stomaco si sazia mentre fuori il maestrale soffia incessante. Speriamo di svegliarci l'indomani con sole pieno e venticello piu' lieve.

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30 MAGGIO 2010
La mattina è ricca di azzurro e striature di nuvole bianche, il sole non è ancora caldo quando ci svegliamo, sono le 7.00, tanta voglia di partire.
Accendiamo il motore, bip bip bip, su Hamal una spia motore preoccupa la partenza. Molliamo gli ormeggi alle 9.20, ci aspettano più di 30 miglia da percorrere sospinti da un bel maestrale.
La sorpresa mentre surfiamo sulle onde, sono due delfini giocosi e sorridenti, che ci scortano per un po' divertendosi a incrociare la nostra scia.

CAPO SPERONE
Arriviamo per pranzo a capo sperone, diamo ancora mentre il maestrale non smette di soffiare potente. Visita su Saiph, mentre un gabbiano prende per un po' possesso del tender.

Ore 15.00, si riparte, le miglia sono ancora tante. Nel mirino della nostra prua si staglia Capo Teulada. Il vento rinforza, due mani alla randa e si comincia a fare proprio sul serio; le onde arrivano in pozzetto, l'equipaggio si divide, chi sotto coperta a sopravvivere alle sbandate, chi sopra a prendere onda. Non è propriamente quel che si definirebbe relax.
Le raffiche vaporizzano le onde, mentre smanetto al winch della randa riesco a vedere uno splendido effetto arcobaleno sulla cresta di spuma.
Si risale, è bolina, ancora raffiche che cercano di uniformarci alla superficie acquosa, ma resistiamo a randa issata, schiena dritta e muscoli tesi. Lasca randa, onda in faccia. Ammainiamo randa, riduciamo il fiocco.

PORTO TEULADA
Ci accoglie lo spartano porto Teulada, siamo stanchi. Bip bip il motore richiama ancora l'attenzione del capitano. Il sonno è già padrone prima di cena; con gli occhi socchiusi e la pelle addolcita da una doccia, diamo soddisfazione al cuoco. Arriva il meccanico mentre noi ci assopiamo con la pancia piena.
Il maestrale resta a raccontare storie di mari del nord, noi ci accoccoliamo.

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31 MAGGIO 2010
TEULADA
ore 7.00, qualcuno mette testa fuori dal tambuccio, si dorme. Il maestrale soffia davvero potente. Si resta in porto. La giornata ci aspetta terricola. E' giorno di mercato a Teulada. Qualcuno resta in barca, qualcuno scappa alla vicina spa, un gruppetto misto si dirige al paese. Lo shopping è decisamente gastronomico, il cuoco si aggira tra il casaro e il fruttivendolo, noi assaggiamo olive e pecorino, la bottarga ci fa già pregustare spaghetti fumanti.

CALETTA
Il pomeriggio è finalmente un po' più assolato, anche se il vento non da tregua, vengono registrate raffiche da 43 nodi. Una spiaggetta vicina al porto ed è il primo bagno, l'acqua è cristallina, gelida. La doccia calda e la cena tutti insieme in barca ed è comunque vacanza. In cielo sbuffi di rosa colorano le nuvole stracciate dal maestrale. L'acqua trema sotto le raffiche, ma si quieta. Almeno speriamo. La notte scende che siamo già a dormire, la mattina ci aspetta presto in pozzetto. Più che tonni, sembreremo salmoni, a risalire correnti di vento verso nord.

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1 GIUGNO 2010
La sveglia suona alle 5.20, in realtà i sensi non si sono mai rilassati del tutto. Nella notte raffiche potenti hanno creato falle nella murata del sonno. Un po' di tregua però sembra esserci, ci sbrighiamo a battere sul tempo il rinforzare del vento. Molliamo gli ormeggi che sono da poco le 6 del mattino. Il sole già fa capolino da un po'. In mare solo le nostre due stelle. E' tutto nostro. Siamo nel vento. Chi sta giu' cerca di passare il tempo riposando, ma è parola difficile. In pozzetto è attenzione continua, ma le vele portano bene, stringiamo e saliamo. E' lunga. La luce da radente si fa alta sopra di noi, insieme a lei le raffiche e acqua dalle onde. Sono alte piu' di noi, a momenti ci sfugge l'orizzonte. Randa e motore soli ci aiutano a passare il capo, poi le vele spiegano al vento che vogliamo averla vinta noi, sfruttarlo, il sale fa brillare la pelle, nonostante la stanchezza il vento in faccia ci ingolosisce.

SECCA DELLA VACCA
Un po' cotti chi dalla stanchezza, chi dal mal di mare, arriviamo in prossimità dell'ora di pranzo e diamo ancora in rada, isola di Sant'Antioco, secca della vacca. L'appetito non manca comunque. Due spaghetti e si crolla a riposare, chi al sole che scalda abbastanza. Per un attimo sembra una vacanza. Ma le miglia non sono finite.

Nel pomeriggio il maestrale da tregua come da copione, si riparte. Due mani alla randa, capitano al timone, tutti in pozzetto che si risale. Costeggiamo l'isola che ci regala panorami di grotte e pendici scure e case bianche solitarie. La luce del sole tra le nuvole è perfetta, ancora un delfino ci sorride.

GUIDI
E' quasi sera. Entriamo in rada, luce radente su acqua cristallina. Si apre il sipario del tramonto, in scena il sole che incedia la costa. In tavola pasta fumante, pomodori e tonno. Prima di addormentarci si brinda con il mirto a una stellata incantevole.

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2 GIUGNO 2010
Ultima mattina. Ci si sveglia con calma. La cambusa è ancora ricca di buonerie per la colazione. Ormai c'è da risalire qualche miglia, il porto è vicino. Un po' dispiace.

CARLOFORTE
Ci riaccoglie il porto, Carloforte si sta vestendo a festa per girotonno, noi facciamo i bagagli. Una doccia, si spilucca qualcosa durante il check out. La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio. Di ritorno. Salutiamo chi partirà più tardi in macchina. E lasciamo il maestrale e lo scricchiolio del molo. Ci avviamo al traghetto.

PORTO VESME
Dal traghetto, ponte alto, quello panoramico, scrutiamo il mare contando le onde, magari avvistiamo un altro delfino. Invece no. Bandiere colorate sfidano l'azzurro del cielo.
La traversata è veloce. Sui sedili dietro del pulmino, quelli dei bulli, cantiamo Iglesias e ci addormentiamo verso l'aeroporto. Abbiamo ancora le parole crociate da finire in volo.
Le gote sono comunque colorite. Rimane negli occhi l'orizzonte di onda e il sale sulle labbra.
Buon ritorno.