giovedì 13 giugno 2013

Piccolo diario di bordo di un cagnolino piccolo, aspirante lupetto di mare.

E’ notte ormai quando partiamo in macchina, la luce delle stelle è un po’ velata da un residuo di nuvole, chissà se pioverà. Nel bagagliaio c’è la mia pappa, una cuccia per dormire, la ciotola, un impermeabile, una felpina e una maglietta. Hanno riso molto quando è arrivata, di allegria. Chissà cosa è? Ha un logo strano, un polpo attanagliato a una navicella, un sottomarino. Non lo so bene. Io sono un piccolo cane, che ne so del mondo?
Quando arriviamo, con la mia borsa da passeggio vengo issato su una cosa traballante. C’è acqua intorno a me; sento il sapore del sale, annuso l’aria, sarà il famoso mare?
Dormo accoccolato e cullato dall’ondeggiare, ah è una barca! dove vorranno andare poi? Io non sono mica capace di nuotare!
Mi sveglio e l’aria è fresca, c’è il sole, oh quanto mi piace! colazione (pappa! e mi allungano anche un pezzettino di brioche) e poi c’è un bel po’ di gente, hanno tutti delle maglie viola con il simbolo della mia! Ah giusto, la hanno messa anche a me, mi sta un incanto, lo so.
Si parte, c’è un po’ di movimento, risaliamo in barca e c’è odore di focaccia, questa la riconosco… quando me ne daranno un pezzettino? Oh oh ci si muove.
Così mi ritrovo al sole, su una panchetta di legno, poi sotto una tela grande grande… c’è il sole, si ondeggia… ah che sonno… sbadiglio… mi guardo in torno, si si mi piace e parecchio. Andiamo un po’ a motore poi aprono la vela (mi hanno urlato di cazzare il carrello del fiocco, ma io non so cosa sia, mi sono limitato a controllare con la zampetta quel cordino… ops cimino sull’azzurro… mah). Oh che bello, i ragazzi a bordo ridono, mi fotografano e mi coccolano. E finalmente mi danno anche un pezzo di focaccia !
C’è una cosa arancione in mare, oh fermi vorrete mica andarci contro?!
Si allungano, prendono una busta, non so cosa sia ma poi fanno domande, scrivono risposte e cercano un punto all’orizzonte. Parlano di un tesoro ! wow chissà quanti crocchini nel tesoro.
Comunque a me basta stare qui al sole, sono simpatici tutti.
Invece torniamo, e poi si corre non so dove… oddio c’è un mostro marino, un po’ un pallone gonfiato: io abbaio e nemmeno si muove, tze, contro il Chupito dei mari non c’è mostro che resista! i miei uomini lo intrappolano con gli anelli colorati, poi corrono a prendere una cosa di legno. Mah sono strani, ma il bello è che sono contenti.
Si torna in barca, si riposano tutti. Io mangio un po’ e poi una bella dormitina in cuccia ci sta proprio; troppo corta, mi svegliano e si sono messi belli. A me mettono la tutina nuova in jeans e felpa marinaretta… lo so, sono bellissimo, bau !
Umh che profumini ! grigliata… tanta carne, datemene un po’ dai, slurp.
Intanto qui c’è tanta gente, un gran chiacchierare, pezzettini di cibo che mi arrivano con una carezza, oh yesss ! musica. La mia mamma si agita un sacco, e saltano tutti, oddio ho quasi mal di mare. Che casotto ! ridono e saltano. C’è uno che suona la chitarra bravo, cantano, vorrei ululare un po’ anche io ma ho sonno !
Ci svegliamo la mattina dopo, temo di avere gli occhi rossi, mi hanno fatto fare tardissimo. Però alla gelateria mi fanno assaggiare un pezzo di brioche e la panna, che bontà !
Il cielo è grigio, per fortuna mi hanno messo la felpa.
Ci danno un sacchetto e sento profumi, dicono che sia il cibo per la gara… mah comunque saliamo in barca. Usciamo e c’è vento. Punto il naso, indico la rotta… oh ma mi ascoltano ?! mi assicurano e meno male, la barca sbanda, il vento rinforza. Non c’è molto sole, mi accoccolo e mi faccio un pisolino… urca qui si balla peggio di ieri sera, sento che dicono che è ora di rientrare, a me basta che non mi facciano prendere la pioggia che proprio la odio… ecco piove, dai veloci all’ormeggio!
Come viene giù, diluvia, per fortuna io sono già sotto coperta sul mio cuscino e qui nel frattempo si sono messi a spadellare (dopo essersi asciugati). Umh che fame, cerco di avvicinarmi ma mi mandano via; profumini, forchette e coltelli, cucchiaini e ciotole… tutto questo movimento a me fa venire sonno !
Ad un certo punto escono tutti dalla barca e mi portano fuori (indosso il mio nuovo impermeabile rosso!) con tutti i piatti, arriviamo in un salone. Ci sono ancora tutti, ancora tutti con le maglie viola, e ci sono non so quanti piatti, un banchetto… omamma che fame, Posso fare il giudice?!
Alla fine vincono un po’ tutti, mangiano (e mi allungano coccole e bocconcini, per fortuna hanno capito!) e poi saluti baci ed è ora di sistemare tutto e ripartire.
Peccato, stavo così bene. Il rumore della macchina concilia la nanna; riconosco la strada verso casa, non vedo l’ora di tornare a bordo!

Morale della favola:

Cosa si intenda per tesoro è soggettivo; chi lo considera d’oro vestito e chi d’amore, ma di certo un tesoro è cosa rara e bella, da trovare e poi da condividere.
Cosa si intenda per un buon piatto di cucina è soggettivo, ma di certo è apprezzabile al palato e conviviale.
Così potremmo dire che un “buon tesoro” è pieno di gioia, affetto, conviviale, condiviso, memorabile.
La lontananza dal mare e la quotidianità cittadina avevano un po’ sopito un certo sentire, come polvere che nasconde i colori.
Poi il vento, il mare, gli abbracci e i colori sciolgono le tensioni, le stanchezze e dilagano come acquarello, come macchia felice in cui ciascuno trova la forma della propria allegria.
A differenza della rabbia del capitano Nemo con la gioia noi abbiamo percorso miglia, note e trenini danzanti, km di salsicce e tentacoli di piovra gonfiata: che risate, che bel sole, che bel cercare. E che bella musica, che bel danzare, che tintinnio di forchette, pentole e scodelle colme di improvvisate meraviglie culinarie, scrosci di riso in senso ampio, scrosci di pioggia, incapace di lavar via i sorrisi.
Perché il vento e il mare hanno svelato amicizie e sapori, tesori del vivere di cuore marinaio, nascosto ma pulsante in ognuno di noi.