lunedì 8 agosto 2011

tartaruga tonni pesci ed altri animali

la partenza è preceduta da un arrivo notturno di scatoloni e bottiglie, abbondanza festosa di cambusa per lunghe miglia e giornate assolate, così sarebbe da aspettarsi almeno.
scende la notte dopo un brindisi sul molo, come da tradizione per partenze e arrivi;
ciurma contenuta come numero, abbondante come entusiasmo e voglia assoluta di mare e vento.
memori però dell'onda, ancora stampata nello stomaco dal precedente week-end movimentato, decidiamo di costeggiare viste le previsioni non del tutto rassicuranti. bolina, e si che non siamo in regata ma così è ancora una volta. bolina, la boa di arrivo previsto è santa margherita; serata danzante e divertita, sentiamo il gusto della vacanza.
la mattina successiva decidiamo per il salto a macinaggio, luogo reso tormentone mitologico, "manoicisiamogiàvistiamacinaggio?" e sinonimo di risate collettive anche via rete.
così la notte è di turni, cerate, felpe, bolina, onda, stelle, tante tantissime, costellazioni che si susseguono sul nostro orizzonte: primo lo scorpione in onore della capitanessa, poi il dragone, le orse, le stelle cadenti come monili splendenti al collo della notte.
macinaggio vuol dire birra corsa, la pietra e la colomba, con profumi di castagna e di macchia mediterranea, lonzu, bocciu (patè di porco), tre formaggi, baguette e pani con i semi. con il risveglio si parte ancora dalla golosità, croissant mini e pane caldo, poi mare, in direzione di capraia, questa volta ci arriviamo.
bagno a cala rossa, dove lo spettacolare colore della roccia che si scontra con la calcarea bianca ne rende evidente i nome; la tartaruga carmela, un pallone gonfiato docile, porta a spasso la meno natante dell'equipaggio.
verso sera, all'ingresso in porto, tonni accolgono il nostro passaggio, saltano, lucenti con il sole radente, come lame perfette che incidono il blu. accoglienza divertente ai gavitelli gialli, ottimi per farci lo slalom con il tender; passeggiata nel paese, cena di pesce, aelatico rosato e gnocchi speciali al ragù di seppia; ottima e caruccia. autobus fino in cima per godere del panorama, desideri sulle code sfuggenti delle stelle, custoditi ed espressi.
scendiamo a piedi e la notte porta pioggia, che ci terrà fermi tutto il giorno successivo. dormicchiare leggere pisolare, accoccolarsi e mangiare ad ore sciocche pasticci dolci e salati, anche questo sa essere vacanza, anche se parrebbe più di inizio autunno. poi un raggio di sole si apre e si torna a terra, tornano i colori, tornano le persone, l'aria è tersa e pulita. fresco ancora sulla pelle. cena in barca, pasta alla polpa di granchio, una intera scatola scappa, verrà ripescata solo la settimana successiva.
anche le prime ore del giorno regalano sole e vento, si veleggia verso l'elba; l'aria è fresca, la musica di sirene e capitani richiama un paio di delfini che passano veloci, saltano sulla nostra scia, cantano con noi. arrivo per la serata a gironzolare nelle viette di porto azzurro. si riparte presto la mattina dopo e sono parecchie miglia che ci aspettano, un giorno di fermo va recuperato. e così si gira tutto il lato nord dell'elba, sosta per un bagno e pranzo con un cucciolo di
gabbiano che ci fa compagnia e si fa rubare il cibo da occhiate e castagnole, molto più furbe e svelte di lui;
poi prendiamo il largo verso bastia.
la notte è già scesa quando arriviamo, l'ingresso del porto è stretto come un budello, facciate di palazzi e navi si confondono nella luce gialla e ricca di umidità. ma tutto bene, siamo in porto e ci gustiamo l'ultima serata con l'uomo con la camicia; domani un cambio equipaggio inaugurerà la seconda settimana.
pasta con tonno e sonno creano una rima perfetta.
accogliamo sotto il primo sole veramente caldo (perfetto per pulire la barca e fare la spesa no?) la ragazza dagli occhi belli, tardo pomeriggio e ripartiamo verso il dito, in rada a finocchiarola.
dall'indomani punteremo verso la costa ovest, il meteo pare darcela buona.
il paesaggio cambia velocemente sotto i nostri occhi, i colori anche. l'aria è tersa e fresca, l'acqua anche ma meravigliosa. raggiungiamo orion a saint florent, cena sfiziosa e vino che va giù facile facile.si fa giorno con il sole che splende e davanti a noi il deserto des agriates, assente di umani segni ma verdeggiante, si apre in spiagge dai colori caraibici, acqua turchese e sabbia bianca e fine, questa volta è proprio vita vacanziera.
poi ancora giù, siamo a calvì quando si apre il sipario su un tramonto speattacolare sulla rocca, il rosso padroneggia, e ci piace. cena sulla ammiraglia, ancora insieme, ancora vini profumati e freschi, ancora chiacchiere di mare, biscotti e brindisi.
ore 11 di mercoledì facciamo acqua in porto, in meno di ventiquattro ore la fama del capitano ci precede tre volte; ci aspettano un po' di miglia tra i colori di una costa multiforme e multicolore, riserva naturale di scandola, patrimonio dell'unesco e meraviglia per gli occhi. scendiamo in tre per un bagno freddo tra le rocce che invitano a decifrarne le forme, come i cumuli passeggeri e cotonosi. 
poi, con il buio, girolata, gavitello e altra coppia di amici, una strana sigaretta dalla luce verde e racconti di scene da cartone animato; una a caso impersona un ibrido tra willy coyote e gatto silvestro, sono risate.
la colazione ha il sapore dolce di castagne cioccolato e mele, e prosegue con il forte di tre formaggi e bocciu. 
passeggiamo a scoprire gente, bambini, cani, mucche e vitelli di un mondo piccolo e meraviglioso: case di pietra a dominare un golfo incantevole, negozietti sfiziosi in cui trovano posto frutta e libri, stoffe multicolori e artigianato, pesci di legno azzurri e bianchi; due di loro (enricu ed enricu primu), poi separati, saranno ricordo comune di un posto ricco di suggestione e di voglia di cambiare vita.
lasciamo il gavitello, all'uscita del golfo tre tursiopi mamme fanno scuola di nuoto a tre cuccioli, uno è piccolissimo. i delfini sono sempre bene auguranti ed emozionanti, seguire i movimenti lenti e i respiri del piccolo è alla soglia del commovente. silenzio e incanto.poi li lasciamo tranquilli. e prua verso calvì costeggiando tranquilli. spunta una spada affilata in un salto che lascia sbigottiti e incantati.
in rada, piove, il vento sembra volerci far passare una sera a vegliare sull'ancora. scendiamo a terra a turni. invece si apre. giro alla rocca, viette, negozietti e tanta gente. all'inizio del giorno un pesce lanterna di metallo (enricu secundu), rosso nonostante i tentennamenti cromatici, entra di diritto a far parte della ciurma.
ora illumina i ricordi dall'alto di una candida libreria, ma non prima di aver animato una notte festosa e danzante.
torniamo verso il dito,costa e spiaggia scura, acqua finalmente temperata, ritorno a saint florent; ancora all'ancora, i porti non ci accolgono ma meglio così. notte di festa, una frontale dalla luce rossa, un richiamo via radio, il pesce lanterna e play list sorprendente, un bagno di mezzanotte e il biancore del segno dell'abbronzatura sotto la luna crescente, le stelle che promettono, gin tonic, festa. poi sarà senso di ritorno, ma chi mai lo vorrebbe?
la mattina è aria inesistente e mare a fatica increspato, aprire le vele e solo esercizio di pazienza, sembra che la nostalgia ci voglia già frenare. ma bastia è li, ormai è tempo di riordinare idee e sapori, due passi al porto vecchio un po' trascinati. mattina, sole che arde e umido, negozio di ricambi e due gatti neri.
poi ci sono le docce del porto e un pranzo veloce, borsoni e saluti, un traghetto che fa da mondo di passaggio tra la vacanza e casa, tra mare e terra, accompagna anche l'umore, assopisce l'inevitabile mal di terra.

nelle orecchie in loop note sparse di vento d'estate, prugne ed altra frutta (ma questa sarebbe un'altra storia),
sapori di mare e di terra, dal tonno al porco passando per la birra e la castagna,
conti di mesi e giorni (ventiquattro mesi, "non è vero che il tempo migliora le cose", venti, due, otto giorni a settimana). negli occhi i colori, molti, dal blu al turchese, dal rosso a un arancione forsegiallonoarancione,
tra i capelli e sulla pelle il vento, il sale, un po' di fresco e il dorato del sole. 
profumi di rosato e vermentino, pomodorini e spezie,
nelle gambe e nell'equilibrio la bolina e l'ondeggiare ritmato della cena.
tutto il resto è vociare ballare ridere assopirsi mangiare navigare.
nessun senso è rimasto accantonato.
così si torna. è comunque un viaggio che non finirà mai.

dimenticavo... il nostro germoglio di menta è ancora in viaggio !

E adesso... avete trovato tutti gli animali?
uno scorpione, due orse, un dragone nel cielo stellato
una colomba, birra, legata alla pietra
un porco poveraccio ridotto a lonzu e patè bocciu
una tartaruga gonfiabile
un tot di tonni
pesce (branzini e pesce azzurro) e seppia per il palato
granchio sfuggente
un gabbiano commensale, occhiate e castagnole
willy coyote e gatto silvestro
cani, mucche, vitelli e pesci di legno
un po' di delfini di passaggio più tre femmine con piccoli
un pesce spada affilato
un pesce di metallo, decisamente rosso
due gatti neri dagli occhi verdi