martedì 19 marzo 2013

cappellini e pesci tra taf taf e neve


Quando chiudiamo le valigie sono le 21 passate. Cena, pasta. Poi chiudiamo i bagagli a mano e facciamo l’ultimo controllo. Ore 23.30 un cappuccino con Nespresso. Poi cazzeggiamo un po’, doccia, ci vestiamo. Giacchino leggero sopra felpa e magliettina, speriamo di farcela fino all’aeroporto senza ghiacciarci. Ore 3 circa usciamo confidando nel Mc sotto casa; cappellino di paglia eoliano, facciamo un po’ ridere nel contesto notturno invernale. Panino e patatine tra i ventenni discotecari.
Ore 4 passate da non molto e siamo a Orio. Primi della coda, ma il banco check-in apre sul tardi. Ore 5.30 compriamo bollo passaporto, giornali e settimana enigmistica. Passiamo i controlli. Poi piccoli bomboloni alla crema per concludere un iter alimentare da paura. Imbarchiamo che è alba nebbiosa.
Decollo, viaggio sonnolento, colazione gustosa, atterraggio sportivo su una ruota sola. Onda di caldo aperto il portellone. Controllo passaporti, visto e poi vento, palme, cielo blu.
Sento l’odore di mare e sabbia e inizio a pensare FERIE a caratteri cubitali nella testa.
Sole, bus, braccialetto blu e animatori con maglia ancora blu. Pranzo dal cuoco Filippo. Italiani inglesi e russi. Camera grande alla residenza delfino.
Costume, magliettina, occhiali da sole, crema 50. Cappellino eoliano in paglia finalmente nel contesto adatto.
Mare. Per il pontile è presto, ci pucciamo nella piscina naturale e già ci sono pesci quasi spiaggiati. Ma nulla rispetto alla meraviglia che ci aspetta.
Piscina, lettino, asciugamano a righe gialle. La prima giornata volge alla fine. La cena è speziata, pasta saltata con un po’ di peperoncino, il riso orientale, le lenticchie, il pollo per chi mangia carne; a noi non dispiace.
E poi via per una settimana piena.
Un bagno dal pontile con meduse che ancora non conoscevo come innocue, pesci e coralli, corrente e un po’ di spavento.
E ancora il giro a Sharm vecchia, parole scambiate, le prime calamite da portare a casa, un papiro con l’albero della vita, la moschea e le battute su Moubarak e Berlusconi, tirare giù il prezzo e fare i turisti assaliti dai venditori.
E di nuovo ci ritroviamo stesi al sole, il ristorante grill con la luce che filtra, i genovesi che ridono, i napoletani solari, il gioco aperitivo. Animatori che animano, proposte di massaggi ed escursioni tra cui divincolarsi, sole e cruciverba, buoni propositi di acquagym che durano una volta e mezza.
Mercoledì si salpa per Tiran con mutino, maschera e boccaglio. E allegria.
Snorkeling tutti insieme, pesci multicolori e coralli multiformi. Freddo.
Un relitto pieno di cessi, una murena la cui coda racconta dimensioni notevoli, Davide che si delfina e scende a fare foto, qualcuno che preferisce il sole all’acqua fredda.
La prova di sub, Davide sempre delfino, io cozza, come poi mi diranno coccolando la mia autostima. Perdo il boccaglio, bevo 4 metri di colonna d’acqua sopra di me. Ridiscendo, annaspo, rientro. Davide scende sguazza e torna su ridente. Incontriamo delfini che loro chiamano beluga ma sono i grampi, con muso sorridente e pelle graffiata.
E si torna e si mangia e poi è ancora sole, cruciverba, piscina e pigrizia vacanziera. Pranzo, pasta legumi spezie pollo pesce. E gioco aperitivo, e cappellini di paglia al sole. E discoteca nel deserto, grande aperta, dal fondo sconnesso e il ritmo costante. Mal di piedi, i tacchi, sul pulmino stretti, animatrici animate da ospiti e barzellette, risate e Mc Donald’s alle 4 del mattino.
E pigrizia e sonno e pennichelle tra i pasti. E spuntini tra le pennichelle.
Venerdì ancora barca, barriera, mangrovie, lago magico ma non ci immergiamo li (peccato, dicono porti bene). E snorkeling, e la cozza che pinneggia e il delfino che scende con le bombole. E sono pesci fucilieri blu e sergente a righe, e pesci rossi, anemoni, pagliacci, murena, e via così in un lungo elenco di colori. E il barracuda grosso che ci sfila facendo dei pesci una nuvola fuggente. E le meduse gommose e rosa che non pizzicano e si accarezzano straniti.
E poi si declina verso fine vacanze. Appuntamenti ai bar e ai ristoranti, il resto del tempo a riprendersi dalle serate. Smontiamo l’ultima scultura di asciugamani per una doccia veloce. E si arriva alla ultima sera, cena in tavolata e  spettacolo ospiti, costumini improbabili e risate, opa opa e baci baci, sigla acqua gavettoni inviti fasulli.
Il taf taf del sabato sera ci porta a naama bay, hard rock cafè, magliettine, musica e poi ancora un Mc, ormai è tappa di rito. E via si torna, luci nella strada dove come una litania seguono hotel e insegne. Dossi, posti di blocco, luci, negozi mercanzia luci e dromedari.
Si arriva al Grande Plaza e si incrociano i partenti del primo volo. E’ domenica. Ci trasciniamo a letto. La sveglia coincide con chiusura valige. I cappellini restano in mano e arriveranno con la neve; torneranno al freddo, fuori contesto. E come in un rewind si aggiungeranno capi pesanti, maglioni e piumini.
A casa la neve e il lunedì mattina di traffico.