martedì 4 maggio 2010

L'E...VENTO

Quando si parte per un "evento" come il Trofeo Pirelli si è carichi di aspettative: che ci siano sole e vento, che l'equipaggio sia perfetto, di essere in boa tra i primi, di essere bellissime alla serata di festa a Portofino. Poi succede che non tutto va come da catalogo, ma di tornare comunque pieni di gioia, con il sorriso salato tra le gote abbronzate e i capelli e i pensieri ancora scompigliati, memori del vento.
Ci sono mille cose, sorrisi, battute, immagini che non vorrei dimenticare, che mi sono passate davanti nei sogni scossi un po' dal mal di terra che ancora mi accompagna.
Così, guardando le foto, percepisco i muscoli indolenziti, la delusione per una boa non raggiunta, il sole che ci abbronza come panda, l'abbraccio ad un arrivo.
Perché prima dell'evento ci sono le persone, i cuori e i muscoli tesi, l'allegria di un nuovo equipaggio, una mano tesa per saltare a terra.
Prima del tendone c'è una barca ormeggiata che chiama persone a farla correre, vento che ingolosisce, un molo pieno di persone che fremono, ma le "tue", quelle con quella Mùzyka dentro, le riconosceresti tra cento.
Ci sono nasi all'insù a guardare in cima ad un albero, la penna di quella randa che vorresti spremere; ci sono scotte che si scalzano, che fremono tra le mani, quella vela di prua che si ribella, sbatte, si accavalla alle draglie, e si stende, governata come un cavallo al galoppo dalle briglie nervose.
L'evento sono le docce a turno e un paio di scarpe con il tacco che rendono femminilità alle donne del gruppo, una macchina che ci riporta in albergo dopo una serata tra buffet e qualche ballo, dos calvados e le trofie, un cappellino regalato ad un venditore di rose.
Ci sono cene e colazioni, "mizzega channel", foto e velieri, scivolate e lividi, fiatone e una scritta argentata su una maglietta, ago e filo a riparare una scotta.
I 5 minuti alla partenza, il cuore che batte come un dannato, gli sguardi che corrono da una parte all'altra, l'adrenalina che pompa, sono un'avventura fantastica.
La linea dell'orizzonte che si riempie di vele, gli spi colorati, i movimenti concitati, una vela da ammainare.
E' sera e mi ritrovo in barca con il motore che pian piano ci riporta a Genova, i nuvoloni neri che ci sovrastano, un po' di malinconia mentre guardo l'orizzonte e respiro il mare.
Chiudete gli occhi per un attimo, so che sorriderete, per un attimo saremo ancora tutti in pozzetto, sapore di focaccia evocato.
A presto !

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