mercoledì 10 febbraio 2010

ultimo

Ci avviciniamo all'ultimo we, quello in cui dare il massimo, quello in cui assaporare il vento, quello freddo, perché poi verrà la tanta sospirata primavera e non saremo piu' infagottati in pile, cerate e giacche imbottite.
Ancora questa volta, l'ultima per ora, ci sarà una stufetta a scaldare le confidenze in cuccetta. Ancora una volta, l'orizzonte si allargherà come uno sbadiglio mattutino. Poi non sarà piu' storia di cappellini colorati, calati fino sotto alle orecchie o persi in mare. Poi non sarà il the caldo a ridare energia; poi servirà la freschezza gioiosa dell'equipaggio piu' del calore... sarà altro. Certo.
Ma intanto mi viene quella sottile malinconia, quel buffo sentimento che assomiglia a quando si chiude il sipario di un bellissimo spettacolo, quella tristezza leggera di una partenza, di una serata dolce che vorresti potesse non finire mai.
E ci sono momenti in cui vorresti che il tempo si fermasse ed io ho già pronto il fermo immagine, da assaporare. Sarà quell'attimo dopo la boa, sarà un urlo di gioia, comunque sia andata, sarà un sorriso indulgente sugli errori, sarà accoccolarsi in pozzetto e sentire il vento sussurrare tutto il racconto di questi mesi. Sarà quell'attimo che avremo di nuovo modo di avere freddo, di guardare, dal mare, le montagne innevate e di pensare che è il posto piu' bello dove poter essere. Sarà lasciar volare i pensieri in cima ad una vela, accostare la barca amica e alzare una mano, e guardarsi negli occhi a distanza sapendo esattamente che sguardo c'è dall'altra parte. E se spunterà una lacrimuccia sarà un abbraccio tra marinai a renderla una goccia di mare, da portare a casa.

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