domenica 20 febbraio 2011

fine inverno inizio primaVELA

Cielo azzurro che non tradisce e, come nel di confine tra ombra e luce, tra freddo e sole caldo, c'è un misto di bilanci e di progetti.
In ordine inverso prima si parte verso una nuova avventura e poi si torna a fare i conti con la stagione invernale passata. Per me tutto parte di nuovo come una collezione di mezzi di trasporto, ormai un crescendo rossiniano di elementi propulsori. Passare il confine tra la settimana lavorativa e l'arrivare al mare è catarsi, produzione di sorrisi. Da una coda in autostrada alle gallerie liguri canticchiando verso una spettacolare luna piena.
Mi ritrovo a bordo di Orion, focaccia al formaggio, stufetta che rumoreggia quanto noi ad elaborare idee; ci sono più connessioni e profili internet che persone reali, anche questo è un navigare.
La sveglia è fin troppo presto per godere già del tiepido rendersi primavera. Ma ci crediamo partendo in tre verso Santa Margherita sul barchino, di cambusa un cappellino e una carta unta piena di focaccia. Il cappellino resterà in borsa, la focaccia finirà prima di entrare in porto.
Usciamo dalla diga e il vento ci stupisce, la fabbrica del vento ci da fa guardagnare un paio di ore sulla prospettiva sull'ora di arrivo; finirà presto, e cederò il timone godendomi un pisolino spalmata sulla tuga al sole.
Mentre finisce l'ormeggiare con il caronte dei gavitelli cerco di tornare civile. Lungomare, scale, stazione, treno. Dal finestrino alternarsi di gallerie e azzurro, mare piatto e cielo striato di sfilacci bianchi. Genova, scale, macchina e dirigiamo a Varazze con ritmo sportivo. Vestiti civili e giacche da regata, team e gruppetti, premi e sottili commenti, applausi. Ancora una chiusura di campionato, maglie da mettere nell'armadio, colletto alto, stemma del freddo preso sul cuore. Restano condivisi l'impegno, la passione, il senso del vento e il non sopportare il rumore di zanzara di quel gommone svolazzante, passano il video in modalità muta.
Finisce a tartine e vino, finisce che torna fresca l'aria, torniamo a bordo, a Genova, ceniamo tra amici e alle 2 di notte intorno a me progetti di rotte e feste ventose.
Sognerò mare, cullata da stridere di cime d'ormeggio, sono a casa.

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